Emesa, Homs in Siria, 203/204
Varius Avitus Bassianus, poi Marcus Aurelius Antoninus
Proclamato dai soldati che lo credevano figlio di Caracalla per un’abile trama di sua zia e di sua madre, le siriane Giulia Mesa e Giulia Soemia, si oppose a Macrino che venne catturato e ucciso dai suoi soldati ad Antiochia (Antakia, Turchia) nel giugno 218.
Sacerdote del dio solare El Gabal (da cui il soprannome Eliogabalo), si recò a Roma alla testa di un colorito corteo orientaleggiante che suscitò l’inquietudine dei senatori. Fu assorbito quasi esclusivamente dal culto del suo dio al quale dedicò un enorme tempio sul Palatino e innumerevoli cerimonie che manifestarono tutta la stravagante lussuria dell’imperatore.
Era un folcloristico tentativo di orientalizzare l’Impero cosa che sarebbe poi riuscita a imperatori più assennati e maturi, per placare gli animi fu costretto ad adottare il più presentabile cugino Severo Alessandro nominato Cesare nel 221. Intorno al cugino si coalizzarono allora le coorti pretorie che lo proclamarono imperatore il 12 marzo 222 massacrando Eliogabalo e la madre Giulia Soemia.
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