Italica, 18 settembre 53
Marcus Ulpius Nerva Traianus
La sua famiglia, dalla natia Tuder in Umbria, si era trasferita nella Spagna Betica. Suo padre diventò senatore, poi console e governatore di Asia e di Siria. La madre si chiamava Marcia. Traiano divenne tribunus militum in Siria quando suo padre governava questa regione. Console nel 91, nel 97 era governatore della Germania Superiore quando venne adottato da Nerva, che morì l’anno successivo. Subito dopo la sua nomina ad imperatore, avvenuta anche con il beneplacito del senato e l’approvazione dei soldati, istituì un vero e proprio servizio di spionaggio, dislocando in vari punti di controllo lungo la rete viaria imperiale il corpo dei frumentarii, che avevano la propria base nei Castra Peregrinorum sul Celio. Creò anche una nuova guardia del corpo: gli equites singulares, scelti soprattutto fra i Germani e i Pannoni.
Per quanto riguarda le conquiste militari, Traiano viene ricordato soprattutto per quella della Dacia, della quale era re Decebalo. Il territorio di questa regione, ricco di giacimenti d’oro, venne occupato in due successive spedizioni, che fruttarono un enorme bottino. Le vicende relative a questa guerra sono narrate dai bassorilievi della Colonna Traiana. Venne riorganizzato l’esercito, con la creazione di nuove unità militari, come i numeri o i symmachiarii, delle quali facevano parte uomini provenienti da varie provincie dell’impero.
Traiano istituì la provincia d’Arabia, con capoluogo Petra. In un primo tempo cercò un accomodamento pacifico con il regno confinante dei Parti, ma poi nel 114 invase l’Armenia e la Mesopotamia settentrionale. L’anno seguente conquistò Ctesifonte e i territori a sud verso il golfo Persico, alla foce del Tigri.
Nel 116 in Medio Oriente divampò una rivolta degli Ebrei, che mal sopportavano il pagamento dei pesanti tributi loro imposti. I primi disordini si ebbero in Cirenaica, poi la ribellione si estese ad Egitto, Cipro e Giudea. I Parti sfruttarono questa situazione per attaccare le basi romane nella Mesopotamia settentrionale, nell’Adiabene e in Armenia. Traiano, cosciente delle difficoltà, fece nominare sovrano dell’impero partico Partamaspate, un re suo vassallo, ma mentre era intento a preparare una nuova campagna militare si ammalò, forse a causa di un colpo apoplettico o di una malattia infettiva. Morì l’8 agosto del 117 a Selino, in Cilicia.
Durante il suo principato, Traiano rispettò i senatori e i loro privilegi, e assicurò la distribuzione gratuita di granaglie alla popolazione. Istituì gli alimenta, ovvero dei sussidi economici per i bambini poveri. Alleggerì le tasse e selezionò al meglio i governatori delle province, per alcune delle quali introdusse la figura di amministratore delle finanze locali. Fece eseguire in tutto l’impero imponenti opere pubbliche, molte delle quali da lui presero il nome, realizzate dall’architetto Apollodoro di Damasco (a Roma l’acquedotto, le terme e il foro omonimi, il celebre porto esagonale nella zona di Fiumicino, il taglio del Pisco Montano per migliorare l’attività del porto di Terracina e rendere più agevole il passaggio della via Appia, la costruzione dell’omonima variante della stessa via, che dall’arco di trionfo eretto a Benevento giungeva al porto di Brindisi, l’ampliamento del porto di Ancona con la costruzione di un altro arco monumentale).
Lascia una risposta