Coca (Hispania), 11 gennaio 347
Flavius Theodosius Augustus
Flavio Teodosio, conosciuto anche come Teodosio I il Grande, fu imperatore romano dal 379 alla sua morte, avvenuta a Milano nel 395. Nacque l’11 gennaio del 347 a Coca in Hispania, nell’attuale provincia di Segovia. Era figlio di Teodosio, un funzionario imperiale di rango elevato. Fu l’ultimo sovrano a regnare sull’impero romano unito.
Seguì la carriera militare del padre, accompagnandolo prima in Britannia, poi nell’attuale Ucraina ed infine in Africa. Ottenne il suo primo comando nel 374 in Mesia, con l’incarico di difendere la provincia dagli attacchi dei Sarmati.
La promettente carriera del futuro imperatore subì un arresto improvviso dopo la morte dell’imperatore Valentiniano, quando il padre, accusato di alto tradimento, fu giustiziato a Cartagine (376). Il giovane Teodosio perse il proprio incarico e si ritirò a vita privata nelle sue terre in Spagna, dove ebbe un figlio, Arcadio. A Valentiniano succedettero Graziano e Valentiniano II in Occidente, mentre Valente continuò a governare in Oriente.
Nel 379, in seguito alla morte dell’imperatore Valente nella disastrosa battaglia di Adrianopoli combattuta contro i Goti, l’imperatore Graziano associò Teodosio alla guida dello stato, affidandogli la parte orientale dell’impero. Teodosio fissò la propria residenza a Tessalonica. Ammalatosi gravemente, si fece battezzare.
Il 24 novembre del 380, Teodosio riuscì finalmente ad entrare a Costantinopoli, al termine di una campagna militare durata due anni. Il 3 ottobre 382 fu stipulato con i Goti un trattato che li autorizzava a stanziarsi lungo il corso del Danubio, che allora costituiva il confine dell’impero, e più precisamente nella diocesi di Tracia, e di godervi un’ampia autonomia.
All’inizio del suo regno, insieme con gli altri due augusti Graziano e Valentiniano, Teodosio promulgò l’editto di Tessalonica, con il quale il “credo niceno” diveniva la religione unica e obbligatoria dello stato. La nuova legge riconosceva esplicitamente il primato delle sedi episcopali di Roma ed Alessandria in materia di teologia.
Nel 381 convocò il Concilio di Costantinopoli, per condannare le eresie che si opponevano al credo niceno. Nel 383 il giorno di riposo, una volta chiamato dies solis, venne rinominato dies dominicus, e fu dichiarato obbligatorio.
Nell’ottobre del 388 Teodosio si stabilì a Milano, dove aveva fissato la propria residenza anche Valentiniano II, facendone la sua capitale e dimorandovi salvo brevi interruzioni per oltre due anni, fino all’aprile del 391. Intensa fu in questo periodo l’attività legislativa dell’imperatore ispanico, tesa a combattere gli abusi: gratificazioni non dovute che i funzionari esigevano, produzione di monete false, violenze compiute da schiavi talvolta istigati dai loro stessi padroni, vendita di bambini da parte di genitori ridotti in miseria, campi saccheggiati di notte dai militari che si dedicavano anche a tendere imboscate sulle strade.
Alcuni storici attribuiscono al conflitto sorto con Sant’Ambrogio l’inasprimento della politica religiosa di Teodosio. Dopo la ribellione di Tessalonica con la strage dei cittadini ribelli e la successiva penitenza impostagli da Ambrogio, la politica religiosa dell’imperatore si irrigidì notevolmente: tra il 391 e il 392 furono emanati una serie di decreti (noti come decreti teodosiani) che attuavano in pieno l’editto di Tessalonica: venne interdetto l’accesso ai templi pagani e ribadita la proibizione di qualsiasi culto diverso dal cristianesimo; furono inasprite le pene per i cristiani che si fossero convertiti nuovamente al paganesimo; l’immolazione di vittime nei sacrifici e la consultazione delle viscere furono equiparati al delitto di lesa maestà.
Nell’inverno del 394 Teodosio si ammalò di idropisia e il 17 gennaio 395 morì, lasciando il generale Stilicone protettore dei figli Arcadio e Onorio.
Il 27 febbraio del 395 si tennero i solenni funerali dell’imperatore, celebrati da Ambrogio, che pronunciò il De Obitu Theodosii. Le esequie si svolsero seguendo per la prima volta il rito cristiano. L’8 novembre dello stesso anno la salma venne tumulata nella basilica degli Apostoli di Costantinopoli.
Le Chiese orientali venerano Teodosio come santo, commemorandolo il 17 gennaio.
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