Imperatori Romani

Licinio 308/324

Nuova Dacia, ca. 250
Valerius Licinianus Licinius

Compagno d’armi di Galerio e brillante ufficiale nella campagna persiana del 297-298, fu nominato a sorpresa Augusto per l’Occidente l’11 novembre 308 nel convegno di Carnuntum (Petronell in Austria), nomina che scontentò tutti gli altri contendenti. Licinio, scomparso Massimiano nel 310 e Galerio nel 311, si trovò ad affrontare Massimino Daia che mirava ad impossessarsi delle province balcaniche e Massenzio che era di fatto padrone dell’Italia e dell’Africa. Avvicinatosi nell’orbita di Costantino divenne suo alleato e ne sposò la sorellastra Costanza.

Sconfitto e ucciso Massenzio da Costantino, Licinio emise insieme a questi il famoso editto di tolleranza dei culti, risultato di una comune politica a favore dei cristiani ma probabilmente dettato dalla necessità di ingraziarsi i numerosi cristiani delle regioni orientali. Scoppiò poi il conflitto con Massimino Daia che, sconfitto il 30 marzo 313, morì poi improvvisamente a Nicomedia (Izmit in Turchia) a fine estate. Licinio era rimasto signore dell’Oriente ma Costantino reclamava per Bassiano, marito della sorella Costanza, l’Italia e l’Africa mentre Licinio voleva nominare suo figlio cesare. Scoppiò inevitabile il conflitto, Licinio fu battuto una prima volta a Cibalae l’8 ottobre 314, poi in Tracia, allora si accordò e cedette l’Illirico a Costantino.

Le divergenze erano non solo politiche, infatti da un lato c’era la politica filocristiana di Costantino dall’altra l’atteggiamento persecutorio di Licinio, che vedeva i cristiani come pericolosi alleati di Costantino. Il conflitto finale esplose nel 324 quando i Goti invasero la Tracia, zona di Licinio, che però adducendo come pretesto la lontananza non intervenne. Costantino temendo la minaccia barbara marciò contro gli invasori violando il patto di non ingerenza, lo scontro era ormai aperto e culminò con la grande sconfitta di Licinio nella battaglia di Adrianopoli (Edirne, Turchia) il 3 settembre 324. Nuovamente battuto a Crisopoli (Scutari, Turchia) il 18 settembre dello stesso anno, fu confinato a Tessalonica e poi ucciso dopo pochi mesi perchè accusato di complotto.

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