Tracia ca. 173
Gaius Iulius Verus Maximinus
Di origine barbarica fu il primo della serie di imperatori soldati che caratterizzarono il III secolo. Famoso per il suo coraggio e la sua forza, fece una brillante carriera nell’esercito tanto che Alessandro Severo lo nominò capo di un esercito di reclute sul confine danubiano.
Furono proprio i suoi soldati che, ribellandosi ad Alessandro Severo, lo nominarono imperatore nel marzo 235. Ucciso Alessandro Severo non pensò neanche di ritornare a Roma ma da convinto militare dedicò tutte le sue energie alla guerra antigermanica ottenendo numerose vittorie. Tenace difensore dei confini, convinto restauratore del prestigio dell’Impero e delle sue tradizioni, fu il primo ad organizzare una persecuzione sistematica contro i cristiani condannando non i singoli ma il clero.
La guerra senza tregua dichiarata da Massimino ai barbari richiedeva un’enorme quantità di denaro, fu così inasprito il regime fiscale e furono operate numerose requisizioni. I ricchi latifondisti della classe senatoria pesantemente colpiti, nel marzo 238 si ribellarono eleggendo in Africa, la regione più ricca e quindi più tartassata, il proconsole Gordiano I e il figlio di lui Gordiano II. I due Gordiani furono tuttavia sconfitti e uccisi dopo venti giorni a Cartagine dal governatore della Numidia Capelliano, il senato elesse allora Pupieno e Balbino, poi su pressione della plebe Gordiano III, nipote di Gordiano I.
Massimino marciò allora da Sirmio (Sremska Mitrovica, Voivodina) contro l’Italia ma Aquileia gli chiuse le porte infliggendogli gravi perdite.
I soldati stanchi e demoralizzati lo uccisero nella sua tenda insieme al bellissimo e altero figlio Massimino il Giovane (Cesare dal 236) all’inizio del giugno 238.
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