Avvisi, L'angolo di Pasquino

La situazione dei Beni Culturali a Roma tra proclami e abbandono

Gianfranco Gazzetti
Come tutti sapete abbiamo da poco cambiato sede e ci siamo trasferiti in un quartiere
nuovo per il GAR e diverso dalla zona precedentemente frequentata per decenni Prati/Aurelio.

Abbiamo iniziato subito a contattare parrocchie, istituti scolastici e ostelli per farci
conoscere, con immutato entusiasmo e con la consueta volontà di impegnarci per i
beni culturali della nostra città. È il momento però dell’impegno collettivo; dobbiamo
dimostrare di essere associazione di volontariato quindi di persone che s’impegnano
attivamente per migliorare la situazione in cui versano i “nostri” monumenti, in una
città ormai allo sbando, senza alcuna guida e con un tessuto sociale in fase di disgregazione.

Continua…

Abbiamo aderito al bando del II Municipio per partecipare alla vita del quartiere accanto
alle altre associazioni, ci serve partecipazione da tutti i soci di tutte le età. Bisogna
fare volantinaggio all’università, nelle scuole, nei locali più frequentati della zona
in cui ora siamo presenti. Non abbiamo aderito e stiamo contestando invece il bando
per la gestione dei monumenti archeologici comunali perché, come abbiamo sempre
ripetuto, i volontari non sono lavoratori sottopagati che fanno concorrenza agli altri
lavoratori ma cittadini che contribuiscono con impegno, creatività e senza “orari di
servizio” al miglioramento della qualità della vita a Roma, nel campo di azione che
abbiamo scelto fin dalla nostra origine, quello dei Beni Culturali.
Ci sono decine di aree archeologiche “minori” mai aperte al pubblico e che non potranno
mai esserlo con personale fisso e continuità; ci si affidino quelle, a noi come
alle altre associazioni culturali, con un monumento ad associazione si apre tutta la
parte mai visitata di Roma, con nessuna spesa per l’amministrazione comunale ma
senza neanche partecipare ad una oscena guerra tra poveri in cui tante volte “cascano”i
colleghi professionisti. I monumenti principali di Roma vanno aperti al pubblico con
personale retribuito facendo delle scelte, come in tutti i paesi del mondo, stabilendo
priorità, non chiacchierando a vuoto di passeggiate archeologiche chilometriche o
aree archeologiche attrezzate e immense se non si ha la forza neanche di raccogliere
l’immondizia che le invade o di tagliare l’erba che le ricopre; se ci chiamano a contribuire
in maniera “logica” noi come abbiamo sempre fatto contribuiremo ma da
volontari “veri” senza trucchi e senza furbizie da basso impero.
Il II Municipio ha monumenti archeologici interessanti e noi cercheremo di farli conoscere
e, se ci riusciremo, ad averne in gestione uno o due; serve però dimostrare che
la base operativa è ampia e coesa e che abbiamo la forza di gestire queste iniziative.
Aspetto quindi in sede nei giorni di apertura l’adesione di tutti voi a questi progetti e
sono sicuro che ancora una volta vinceremo la sfida.

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