Lugdunum (Lione), 1º agosto 10 a.C.
Tiberíus Claudíus Caesar Augustus Germanícus
Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico fu il quarto imperatore romano. Era figlio di Druso e di Antonia e nipote di Augusto. Dopo l’uccisione di Caligola, furono i pretoriani a proclamarlo imperatore (41 d. C.), dietro promessa d’un generoso donativo, imponendolo al Senato incline a una restaurazione repubblicana. Fino ad allora Claudio, anche a causa dei suoi difetti fisici, era vissuto appartato, dedito a studi sull’età primitiva di Roma e sugli Etruschi.
Claudio caratterizzò il suo governo con provvedimenti intesi a dare allo Stato una ben definita organizzazione burocratica e finanziaria. Promosse imponenti opere pubbliche, tra le quali strade e acquedotti (avanzi grandiosi rimangono dell’acquedotto chiamato col suo nome, terminato nel 52, con un percorso di ben 69 km); dispose il prosciugamento del lago del Fucino; concesse con larghezza la cittadinanza romana, aprendo il Senato a notabili della Gallia. In campo militare, conquistò la Britannia, spingendosi fino a Camulodunum, odierna Colchester; rafforzò le frontiere del Reno (fondandovi, nel 50, Colonia) e del Danubio, annettendo la Tracia. In Oriente fermò i Parti avanzanti; in Africa incorporò la Mauritania, favorendo dappertutto il processo di romanizzazione, specialmente con l’istituzione di nuove colonie. In materia di religione fu tradizionalista: nel 49 espulse da Roma gruppi inquieti di Ebrei.
Severo nella repressione delle ricorrenti congiure (oltre alla prima moglie Messalina avrebbe fatto uccidere ben 35 senatori e 221 cavalieri), fu avvelenato dalla seconda moglie Agrippina, che era riuscita a fargli adottare suo figlio Nerone in luogo di Britannico che Claudio aveva avuto da Messalina. Nei numerosi ritratti è raffigurato spesso in atteggiamento pensoso.