Imperatori Romani

Vitellio 69

Nuceria Alfaterna, 6 o 24 settembre 15

Aulus Vitellius Germanicus Augustus

Svetonio lo descrisse alto di statura, con il viso arrossato, l’addome prominente e una coscia offesa in seguito ad un incidente causato da una quadriga guidata dall’imperatore Caligola. Figlio del primo consigliere di Claudio, divenne console nel 49 e proconsole d’Africa nel 61 o 62. Nel 68 fu nominato da Galba comandante delle truppe stanziate in Germania Inferiore. Il 2 gennaio 69, quando si seppe che i militi di stanza in Germania Superiore avevano tolto la loro fedeltà all’imperatore, fu acclamato dai suoi soldati alla massima carica.

Galba fu assassinato nel foro dai pretoriani che avevano ordito una congiura (sostenevano Otone come imperatore) mentre un’armata di Vitellio, con a capo i generali Fabio Valente e Aulo Cecina Alieno, marciava verso Roma. Il senato, nonostante si sapesse che Vitellio era già stato acclamato dai suoi soldati alla carica imperiale, avallò la nomina di Otone. A questo punto Vitellio, con un’altra armata, si riunì a quella comandata dai generali a lui fedeli a Cremona, dove insieme combatterono la prima battaglia di Bedriacum, vincendola.

In seguito al suicidio di Otone e al giuramento di fedeltà a Vitellio da parte dei soldati, questi venne acclamato imperatore anche dal senato. Una delle sue prime disposizioni fu quella di congedare la guardia pretoriana, che aveva sostenuto il suo antagonista, per sostituirla con dei legionari a lui fedeli. Intanto le legioni stanziate in Oriente avevano acclamato imperatore il governatore della Giudea Vespasiano, sostenuto anche da quello della Siria Muciano e dalle sue truppe, che marciarono verso Roma. Le legioni danubiane, che avevano sostenuto Otone, si schierarono con Vespasiano. Il generale Aulo Cecina passò dalla parte di quest’ultimo, anche se le sue truppe non lo seguirono, reagirono mettendolo agli arresti e parteciparono alleandosi con Vitellio alla seconda battaglia di Bedriacum, dove però furono sconfitte.

Anche la flotta di Miseno abbandonò l’imperatore, mentre i batavi stanziati sul Reno si rivoltarono, come anche alcune tribù galliche. Le truppe di Vitellio vennero sconfitte anche a Narnia, mentre i soldati di Marco Antonio Primo, generale fedele a Vespasiano, marciavano verso Roma. Il prefetto della città, Sabino, che era il fratello di Vespasiano, cercò di persuadere l’imperatore ad abdicare, ma Vitellio, forte del sostegno da parte dei soldati di stanza a Roma e della popolazione, non accolse il suggerimento, anzi i suoi sostenitori uccisero Sabino che si era  rifugiato sul Campidoglio. Quando Marco Antonio Primo con le sue legioni entrò a Roma vincendo una disperata resistenza, Vitellio venne catturato e ucciso nel Foro.  Era il 20 dicembre 69.

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