Imperatori Romani

Glicerio 473/474

Nato nel 430 circa.

Flavius Glycerius Augustus

Nel novembre del 472, alla morte di Olibrio, l’impero romano d’Occidente si trovò sia senza imperatore sia senza una figura di spicco qual era Ricimero, effettivo detentore del potere, morto circa sei mesi prima. L’imperatore d’Oriente Leone I, cui spettava la nomina, rinviò la decisione, favorendo così il nuovo magister militum in Italia, il burgundo Gundobardo che insieme a Childerico, suo collega in Gallia, nel marzo del 473 insediò a Ravenna come imperatore Glicerio. Costui, dapprima comandante militare in Dalmazia ed in seguito nominato comes domesticorum (comandante della guardia imperiale), una volta investito dell’autorità imperiale, seppur non riconosciuto da Leone I, si trovò ad affrontare gli Ostrogoti che volevano invadere l’Italia.

Caduto l’impero unno nel 454, gli Ostrogoti avevano avuto dall’imperatore d’Oriente Marciano il permesso d’insediarsi come federati in Pannonia settentrionale. Una parte di questa popolazione barbarica, con a capo Videmiro, zio di Teodorico, invece di seguire quest’ultimo che con gran parte della popolazione si era spostato in Mesia Inferiore, si diresse verso l’Italia con l’intento di invaderla. Glicerio impedì che gli Ostrogoti si unissero ai Visigoti (che avevano già tentato di penetrare nella penisola, ma erano stati respinti in Gallia dalle sue armate), inviando un messaggio al capo ostrogoto, in cui sosteneva che le terre a cui le sue armate ambivano erano già state occupate dai Visigoti. Gli suggeriva inoltre di muoversi verso la Gallia. Così l’Italia fu risparmiata, mentre la Gallia fu attaccata dai due popoli.

Glicerio cercò di mantenere buoni rapporti con l’impero d’Oriente, nonostante il mancato riconoscimento da parte di Leone I. Quest’ultimo infine si decise a nominare un proprio candidato nella persona di Giulio Nepote, magister militum della Dalmazia, nipote della propria moglie, l’imperatrice Verina. Nepote però non poté trasferirsi in Italia causa la chiusura dei porti durante l’inverno. Nel frattempo morì anche Leone I e nel gennaio del 474 salì al trono d’Oriente suo nipote Leone II, che associò alla carica il proprio padre Zenone. Nella primavera del 474 Nepote riuscì a sbarcare a Ostia dichiarandosi imperatore. L’unico in grado di contrastarlo era Gundobardo, che però non si mosse, forse perché nel frattempo era diventato re del suo popolo, essendo morti due suoi fratelli, o forse perché l’elezione di Glicerio era avvenuta senza i consensi dell’imperatore d’Oriente, del Senato e dell’aristocrazia gallo-romana e quindi risultava dannosa una sua difesa. Glicerio non oppose resistenza e si arrese a Giulio Nepote, accettando di essere nominato vescovo di Salona in Dalmazia. Morì probabilmente a Salona, dove nel 475 era stato raggiunto da Giulio Nepote, che era stato a sua volta deposto dal magister militum Flavio Oreste, e da dove assistette alla caduta dell’impero romano d’Occidente, quando nel 476 Odoacre re degli Eruli costrinse Romolo Augustolo ad abdicare inviandolo in esilio in Campania.

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