Imperatori Romani

Marco Aurelio 161/180

Roma, 26 aprile 121
Marcus Aurelius Antoninus

Di nobile famiglia, ebbe un’educazione completa e raffinata, fu preparato alla successione con Adriano che raccomandò ad Antonino Pio di adottarlo insieme a Lucio Elio (il futuro Lucio Vero). Così quando morì Adriano, Antonino Pio lo associò all’impero, poi dopo la morte di quest’ultimo fu nominato dal Senato e subito chiamò alla coreggenza il fratello adottivo Lucio Vero.

Si ebbero così per la prima volta due augusti con eguali dignità e posizione. Intanto cominciarono le spinte dei barbari sulle frontiere settentrionali, scoppiarono rivolte in Gallia e Spagna mentre in Oriente il nuovo sovrano partico invase l’Armenia. In Oriente l’azione fu condotta da Lucio Vero ma la vera abilità fu del generale Avidio Cassio che dal 161 al 166 ripristinò la situazione umiliando l’espansionismo nazionalista partico con la conquista di Ctesifonte (Bagdad) e una spedizione in Media. Ma la vittoria orientale venne funestata dalla tremenda pestilenza portata dall’esercito al ritorno, pestilenza che infuriò diversi anni decimando intere popolazioni. Intanto era precipitata la situazione alle frontiere settentrionali, nel 167 Quadi, Marcomanni, Jazigi, Alani e Sarmati varcarono il Danubio penetrando in Italia e solo l’intervento di Marco Aurelio e Lucio Vero allontanò la minaccia.

Terminate nel 169 le operazioni, i due imperatori tornarono verso Roma anche per riparare alla peste che di fatto aveva reso inutilizzabile gran parte dell’esercito, ma Lucio Vero nel viaggio trovò la morte tra Concordia e Altino (Venezia). Marco Aurelio allora rimasto unico imperatore, divise il potere con il Senato affidandogli anche importanti aspetti nell’amministrazione della giustizia.

Nel 170 i barbari attaccarono nuovamente arrivando fino ad Aquileia, Marco Aurelio dedicò allora ogni sforzo alla questione del limes settentrionale rimanendo costantemente impegnato in campagne militari. Nel 171-172 sconfisse i Germani, poi i Sarmati dal 173 al 175. Nel 176 prese come collega destinato alla successione il figlio Commodo, una decisione forse dovuta alla necessità di prevenire tentativi di rivolta come quello fallito nel 175 di Avidio Cassio governatore di Siria. Dopo un soggiorno in Oriente dove stipulò trattati con i Parti e ristabilì l’ordine, nel 178 ritornò sulla frontiera settentrionale dove combattè fino alla morte per malattia che lo colse a Vindobona (Vienna) il 17 marzo 180.

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